La Cloaca Maxima (o Cloaca Massima) è una delle più straordinarie e antiche opere di ingegneria civile di Roma, considerata la più antica fognatura ancora parzialmente funzionante al mondo. La sua costruzione è strettamente legata all'esigenza di bonificare e drenare le aree pianeggianti e paludose, come il Foro Romano e la Suburra, che erano frequentemente soggette alle inondazioni del fiume Tevere.
La sua ideazione è tradizionalmente attribuita al re etrusco Tarquinio Prisco (VI secolo a.C.), sebbene la realizzazione del tratto fondamentale, che portava dal Vicus Tuscus fino al Tevere, sia spesso associata a Tarquinio il Superbo.
Inizialmente concepita come un semplice canale di scolo a cielo aperto, la Cloaca Maxima fu gradualmente interrata e dotata di coperture in muratura, trasformandosi in un monumentale condotto sotterraneo. Nel corso dei secoli, fu più volte ristrutturata e ampliata. La sua struttura, che raggiunge in alcuni punti circa 3 metri di larghezza e 4 metri di altezza ed è posta fino a 10 metri di profondità, attraversava il Foro Romano, il Velabro e il Foro Boario, per sfociare infine nel Tevere, poco a valle del Ponte Palatino. Lo sbocco monumentale, visibile ancora oggi sulla sponda sinistra del Tevere, è un suggestivo arco in pietra gabina realizzato tra il 120 e l'80 a.C.
L'opera non solo serviva a drenare le acque di dilavamento e le piogge, ma divenne presto il principale collettore della nascente e complessa rete fognaria di Roma. Essa raccoglieva gli scarichi provenienti dai numerosi rami secondari, dalle terme e dai gabinetti pubblici, garantendo così un livello di igiene urbana senza precedenti per l'epoca. La sua manutenzione era affidata a magistrati appositamente preposti, gli Aediles (poi Curatores Aquarum in età imperiale), a testimonianza della sua importanza vitale. Nonostante le modifiche successive, in particolare nell'Ottocento, quando fu collegata alla moderna rete fognaria urbana, la Cloaca Maxima continua ancora oggi a svolgere parzialmente la sua funzione di drenaggio e a scaricare le acque nel Tevere, un'eredità ingegneristica di oltre 2600 anni.

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