I Muraglioni del Tevere sono l'imponente opera di arginatura e contenimento che caratterizza il paesaggio urbano del fiume nel suo tratto centrale attraverso Roma.
Questa vasta infrastruttura fu realizzata a seguito della devastante alluvione del 1870 che, pochi mesi dopo l'Unità d'Italia, mise in luce ancora una volta l'estrema vulnerabilità della nuova Capitale alle piene del fiume.
Il progetto vincente fu ideato dall'ingegnere Raffaele Canevari e l'opera principale, che prevedeva la costruzione di muri in travertino e laterizio su entrambe le sponde del Tevere, fu avviata nel 1876.
Tuttavia, prima che il progetto Canevari fosse approvato, la commissione tecnica valutò diverse soluzioni, tra cui la proposta audace presentata da Giuseppe Garibaldi, che si fece promotore di una soluzione più drastica e visionaria disegnata dall'ingegner Luigi Amadei, che prevedeva la deviazione totale del Tevere nel tratto urbano. L'idea era di far uscire il fiume dal suo corso naturale a nord (più o meno all'altezza dell'attuale Aeroporto dell'Urbe), farlo scorrere attraverso un canale artificiale che aggirasse la città a est, per poi ricongiungerlo al letto originale in zona San Paolo fuori le Mura. Nel centro storico sarebbe rimasto solo un "rigagnolo" da valorizzare in un parco cittadino, eliminando il rischio di inondazioni alla radice.
La scelta finale, approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ricadde sul Progetto Canevari per la sua maggiore praticità e minore complessità logistica e finanziaria. Il progetto di Garibaldi, per quanto risolutivo, era estremamente costoso, richiedeva tempi di realizzazione lunghissimi e avrebbe comportato un'enorme opera di scavo e ingegneria idraulica. Inoltre, la soluzione di Canevari, pur modificando profondamente l'ambiente (con l'eliminazione della Ripa e la demolizione di palazzi storici), garantiva una risposta più rapida e diretta al problema della difesa idraulica.
L'opera fu condotta con un'altezza media di circa 18 metri dal piano stradale e richiese oltre quaranta anni per essere completata (terminando nel 1926). Nonostante l'impatto paesaggistico, i Muraglioni hanno pienamente assolto al loro compito: dopo la loro ultimazione, nessuna piena del Tevere ha più allagato il centro storico di Roma.
Le rampe che discendono dai muraglioni e la zona sottostante, nota come banchina o passeggiata del fiume, rappresentano un'area di interesse ricreativo e sportivo, sebbene la loro imponente presenza ha rischiato di simboleggiare anche la separazione fisica e psicologica tra la città e il suo fiume.





