Conosciuto anche come “Drizzagno di Mezzocammino”, è un'importante opera di rettifica idraulica realizzata sul fiume Tevere nella zona sud della Capitale, tra le aree di Spinaceto, Mostacciano e Tor di Valle. Analogamente all'intervento di Tevere Morto, questa opera fu eseguita con l'obiettivo fondamentale di accelerare il deflusso delle acque e mitigare il grave rischio di inondazioni a danno dei quartieri in via di sviluppo e delle aree agricole della pianura romana.
L'intervento rientrava nel più vasto piano di regolazione e arginatura del Tevere, avviato tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo: consistette nel taglio di ampi meandri e nella realizzazione di un nuovo alveo più rettilineo in questo tratto del fiume. Questa modificazione ha permesso una notevole riduzione del percorso fluviale e un incremento della pendenza media, consentendo un più rapido e sicuro scarico delle acque di piena verso il Mar Tirreno.
Il completamento di questa rettifica è avvenuto principalmente nel corso della prima metà del XX secolo, ed è stato accompagnato dalla costruzione di argini maestri e di rinforzi spondali, essenziali per proteggere le aree pianeggianti limitrofe, dove negli anni successivi si sarebbero sviluppati importanti insediamenti urbani come Spinaceto.
Il vecchio letto del fiume, abbandonato a seguito della creazione del Drizzagno, si è trasformato in aree umide o bacini lacustri semi-stagnanti, oggi noti localmente come "Laghi di Spinaceto" o "Laghi di Mostacciano". Questi ex-meandri fluviali hanno assunto un rilevante interesse ecologico, divenendo habitat fondamentali per la fauna e la flora acquatica e migratoria. Nonostante il loro status di aree a rischio idraulico controllato, tali zone sono cruciali per la biodiversità urbana, testimoniando il passato morfologico del fiume prima dell'intervento umano.
