Fu l'antico e fondamentale porto fluviale di Roma, situato sulla sponda sinistra del fiume Tevere, tra le pendici dell'Aventino e la zona che oggi corrisponde al rione Testaccio: nacque per gestire il massiccio afflusso di merci e derrate alimentari che giungevano alla Capitale.

La sua costruzione fu un'opera di vitale importanza logistica, avviata nel 193 a.C. e lastricata in pietra nel 174 a.C., in un periodo di grande espansione economica e demografica di Roma, reso possibile dal successo delle Guerre Puniche.

La sua funzione era quella di fungere da terminale urbano per le merci che arrivavano via mare ai porti di Ostia e Porto (il complesso artificiale di Claudio e Traiano) e che venivano poi trasbordate su navi fluviali di dimensioni minori (codicariae), adatte a risalire il Tevere.

L'Emporium era il punto di scarico e smistamento di ogni genere di bene: cereali (fondamentali per l'annona), olio, vino, marmi e spezie [romanoimpero.com]. Le merci venivano immagazzinate negli imponenti horrea (magazzini), tra cui la gigantesca Porticus Aemilia, situata immediatamente a ridosso dell'area portuale.

La struttura dell'Emporium era monumentale e funzionale: consisteva in una lunga banchina pavimentata in grandi lastre di travertino, dotata di scalinate e rampe che scendevano al fiume, e di un sistema di ormeggi, di cui sono ancora visibili i resti in un tratto di circa 150 metri sul Lungotevere Testaccio. I magazzini erano articolati su più piani e protetti dalle piene del Tevere da un muraglione difensivo.

L'attività commerciale intensa e ininterrotta nel tempo è testimoniata dal vicino Monte Testaccio (o Monte dei Cocci), una collina artificiale alta circa 35 metri, formatasi dall'accumulo sistematico delle anfore di terracotta scartate dopo l'uso, un sottoprodotto unico e massivo delle operazioni portuali.

Sebbene l'Emporium abbia visto diminuire la sua importanza come nodo centrale dopo l'apertura dei grandi porti marittimi, rimase attivo per lo scarico di merci particolari, come il marmo (da cui deriva il nome medievale della zona, Ripa Marmorata), fino al V-VII secolo d.C. I resti delle sue banchine e magazzini, riscoperti in gran parte a partire dalla fine dell'Ottocento, continuano a subire l'effetto delle piene del Tevere, ma restano un'eccezionale testimonianza archeologica della logistica e del commercio che hanno sostenuto l'Impero Romano.

TiberIA